Cosa succede la prima volta che provi a meditare

Non ho mai meditato in vita mia ma c’è sempre una prima volta. La mia è stata stamattina.

La meditazione è una cosa che mi attira da sempre ma il non sapere come farla nella maniera corretta mi ha sempre frenata. Oggi, però, mi sono detta che non importava, non sempre le cose si fanno giuste al primo tentativo. L’importante è cominciare. Allora ho provato.

Ho impostato un timer di 10 minuti, ho chiuso gli occhi e ho cominciato a concentrare tutta la mia attenzione sul respiro.

Tra poco ti farò il resoconto completo della mia esperienza, ma prima è utile che io ti dia qualche informazione in più sulla meditazione.

Possiamo cominciare col dire che la meditazione è una pratica, conosciuta e utilizzata fin dall’antichità, che ci aiuta a focalizzarci sul “qui e ora”. Il suo scopo è quello di renderci padroni della nostra mente, farla diventare quieta, concentrata su un solo pensiero. Quindi, in teoria, dovrebbe aiutarci a eliminare quel continuo brusio di pensieri che ininterrottamente si presentano alla nostra porta, la sfondano e ingombrano la mente.

La meditazione porta con sé numerosi benefici, alcuni scientificamente provati. Riduce i livelli di ansia, allevia la depressione, aumenta il livello di consapevolezza, abbassa i livelli di cortisolo (conosciuto come “ormone dello stress”).

I processi mentali, inoltre, sono come un muscolo: possiamo allenarli e migliorare con la pratica. Questo significa che, meditando con costanza, possiamo aiutare la nostra mente nel mantenere i focus anche nella vita di tutti i giorni.

La mente non concentrata su quello che si sta facendo, tendente a divagare in scenari possibili e a rimuginare su situazioni del passato, è una delle principali cause di infelicità dell’uomo.

Resoconto della mia prima meditazione

Per aiutarmi ho cominciato ad ascoltare una meditazione guidata su YouTube (ed è per questo che amo internet e credo che sia una risorsa pazzesca). La ragazza che la conduceva affermava di concentrarsi sul respiro, pronunciando mentalmente le parole “Inspira” quando si stava inspirando ed “Espira” rilasciando l’aria. Ho capito che poteva essere utile il focus su queste due parole e che avrebbe facilitato la meditazione (cosa che si è rivelata vera). Poi ho capito anche che la voce della ragazza mi dava fastidio, mi faceva sobbalzare e pensare a quello che stava dicendo. Ho staccato la meditazione guidata, ho impostato il timer e ho scoperto le seguenti cose:

10 minuti sono tantissimi

Ne ho fatti solo 6, di cui i primi particolarmente concentrata. Poi ho notato che i pensieri si scatenavano e la magia stava svanendo. Non riuscivo più a trovare la concentrazione allora ho aperto gli occhi prima che suonasse il timer, curiosissima di vedere quanto tempo fosse passato. Mi aspettavo che fossero solo due o tre minuti, invece ho scoperto con piacere che non era durato così poco.

Il pensiero prende strade assurde

“Inspira” “Espira”… “Insipra” “Espira”

“Chissà come faceva quel tizio a meditare in giro, io sicuramente non ce la farei con tanti rumori e tante distrazioni” (e in realtà non ce la stavo facendo neanche nel silenzio).

“Chissà com’è meditare in un aeroporto” da qui ho cominciato a visualizzare un monaco in abito arancione seduto per terra al centro di un aeroporto enorme, in perfetta meditazione, osservato dai curiosi con valigie e zaini.

Poi mi sono accorta che non mi stavo concentrando per niente sul respiro.

Chiudere gli occhi non è così semplice come sembra

Io non so se succede solo a me (in internet non ho trovato nessuno con la stessa problematica) ma chiudere gli occhi mi causa qualche problema. Riesco a rilassare tutti i muscoli del visto ma non quelli degli occhi che risultano serrati in maniera non troppo naturale, li sento tesi e non riesco ad allentarli. Se fra noi c’è qualche guru sarei felice di scoprire come mai non riesco a fare una cosa semplicissima come chiudere gli occhi senza fatica 🙂

Aprire la bocca lo è di più

Anche questo non so se succede ad altre persone ma mi si rilassa talmente tanto la faccia (no, gli occhi no…) che mi si apre un pochino la bocca. Chissà che meraviglia vedermi meditare da fuori.

Il collo si reclina in avanti

Ero seduta su una sedia con le gambe incrociate (posizione che tengo sempre quando sono seduta su una sedia) e ho cominciato a meditare con la schiena dritta, il collo ben assestato sulle spalle e il viso rivolto fieramente in avanti.

Ho finito la meditazione un po’ accartocciata su me stessa, con la testa rivolta verso il basso e la schiena un po’ piegata. Non mi sono accorta dello spostamento e devo ammettere che ingobbita, evidentemente, stavo più comoda.

Quando riapri gli occhi sei rintronato

Ho finito la meditazione rintronata come pochi. Un piacevolissimo senso di torpore si è impadronito di tutto il corpo e tornare con gli occhi aperti è stato un pochino faticoso. Quella bolla meditativa, nonostante la fatica a tenere la mente concentrata, era estremamente piacevole.

Conclusioni

La prima volta non succede niente di metafisico. Sei solo tu, nella tua stanza, con gli occhi chiusi mentre cerchi di concentrare tutte le risorse cognitive su due sole parole. Però devo ammettere che è piacevole e per qualche minuto ti stacchi veramente dal mondo e da quello che accade.

E’ sorprendente vedere come un compito all’apparenza semplice sia in realtà molto difficile. Il pensiero continua a prendere direzioni a caso, in maniera apparentemente autonoma. Ciò che ho capito, comunque, è che io non sono i miei pensieri. Loro vanno da soli in direzioni che non ho deciso di fargli prendere. Io, evidentemente, sono al di sotto di tutti questi pensieri, persa da qualche parte. Ora credo che continuerò a meditare per permettermi di emergere.