Kerouac, Into the wild e altre cose

Oggi vi racconto una storia che ha contorni sfumati e una data imprecisa, ma si sa, solo dopo capiamo quando un qualcosa ha inizio.

L’adolescenza è il periodo in cui ognuno di noi muta, un arco di tempo dove gli psicologi concordano nel dire che ci sono tutte le caratteristiche tipiche della follia. Ma non è solo questo: è anche un periodo creativo di forte sperimentazione, un momento della vita in cui si è molto recettivi alle novità, in cui non si teme quasi nulla e si è pronti a scoprire molte strade diverse. E’ qui che si comincia a formare il proprio essere e si è suscettibili alle influenze esterne.

Nel corso della mia adolescenza volevo di più, volevo tutto quello che la vita poteva offrirmi. Volevo fare viaggi, esperienze di ogni tipo, essere sempre in movimento, non fermarmi mai. Volevo provare tutto. Agivo di impulso senza riflettere.

Ed è proprio in questo periodo che varie influenze mi hanno modificata rendendomi quella che sono oggi, seppur molto diversa dalla persona che ero nel corso della mia adolescenza. Ho assorbito come una spugna certe cose che non hanno mai smesso di risuonare dentro di me.

Parte I

Tutto è cominciato con un libro. La passione per la lettura, nonostante il mio carattere irrequieto e la ribellione costante che praticavo, non mi ha mai abbandonata. Non ricordo in che circostanze e perché lo comprai, ma fatto sta che lo feci. Entrai in una libreria (Amazon non aveva ancora la sua sezione italiana e non si comprava quasi nulla online, poteva essere una fregatura) e comprai On the road. I 9,50 euro meglio spesi della mia vita.

Riguardando oggi quel libro malconcio, che ha sopportato tantissimi spostamenti nei miei zaini, viaggi, gran dosi di acqua e sottolineature, mi viene un po’ da sorridere. Anche i miei appunti fanno sorridere, non sapevo chi fossero Goethe e Modigliani.

Fatto sta che trovai al suo interno tutto quello che stavo cercando, un po’ come se Kerouac avesse scritto quel rotolo pensando a me.

A quel tempo danzavano per le strade come pazzi, e io li seguivo a fatica come ho fatto tutta la vita con le persone che mi interessano, perché le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno «Oooooh!»

Il libro rappresentava il perfetto ideale di libertà e confusione, e mi rispecchiava perché sono sempre stata piuttosto confusa. Volevo qualcosa dalla vita che non mi era del tutto chiaro. Sapevo di volerlo, ma non sapevo di preciso cosa.

L’unica cosa che per me chiara era la seguente: la ricerca di un’autenticità esistenziale come quella di Kerouac mi attirava da morire. Il rifiuto della società borghese del dopoguerra aveva un fascino inestimabile (e lo ha ancora).

Parte II

Dopo Kerouac ho ricercato altre cose che potessero donarmi la stessa sensazione che mi aveva dato il libro e le ho trovate, o forse loro hanno trovato me.

Ho scoperto prima Into the Wild, la storia di Christopher McCandless nella sua versione cinematografica, per poi approfondire la vicenda tramite il libro Nelle terre estreme di Jon Krakauer.

C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso…
… Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale.

Anche in questo caso è stato subito amore. Christopher molla tutto per partire, uno zaino e poco altro, per l’Alaska. Abbandona la vita consumista e borghese per intraprendere il suo viaggio, soprattutto interiore, nelle terre selvagge.

Ciò che accomuna sia il libro di Kerouac sia la storia di Chris è la ricerca di un qualcosa posto al di fuori dei normali schemi di vita, l’allontanamento da una società ipocrita per ricercare altro tramite il viaggio e le esperienze.

Il mio cervello di adolescente andava letteralmente in fumo, la mia tesina di maturità si concentrava intorno a tutte le principali aree tematiche del film.

Poi ho scoperto una sottocategoria musicale, la musica indipendente italiana, che finalmente ha eliminato un enorme quesito che avevo: possibile che la musica consista solo in 10 pezzi passati a ripetizione in radio? Che ci sia solo questo per la maggior parte delle persone?

Parte III

Certe cose, dopo che le scopri, non ti permettono di essere la stessa persona che eri prima, sono come delle piccole rivelazioni. Alcune cose possono avere un’enorme influenza perché permettono alle idee di nascere e di svilupparsi.

Dal mix dei tre elementi citati in precedenza è sbocciata in me l’idea che l’esistenza deve essere qualcosa di più rispetto al comprare, consumare e, a un certo punto, morire. Deve esserci dell’altro. E allora ho cominciato a cercarlo e a sentirmi libera di sperimentare modi diversi di vivere. Da questo, e da una predisposizione naturale, ho scelto la strada del minimalismo.