Decluttering armadio: conta quello che tieni

Il decluttering armadio è uno dei temi più trattati per via della difficoltà di bilanciare minimalismo e vestiti. La realtà è la seguente: non hai bisogno di una marea di vestiti per vivere bene, ti servono solo quelli giusti. Lo scopo degli abiti, di base, è molto semplice: evitarci il freddo e la nudità, oltre a farci sentire bene con noi stessi. Spesso, però, ce lo dimentichiamo e attribuiamo ai vestiti molti altri significati – di status sociale, di tappabuchi emotivo e via dicendo – allontanandoci dall’essenza degli oggetti e portandoci a collezionarli senza una reale utilità pratica.

Lo scopo del decluttering dell’abbigliamento, è quindi di eliminare quelli che non adempiono alla loro funzione e lasciare solo quello in grado di svolgere il compito al meglio. Questo si traduce, naturalmente, in una serie di vantaggi e comodità. Ti immagini aprire l’armadio e vedere solo capi che ami e che hai voglia di mettere, senza tutto quel marasma di roba inutile che ti deconcentra?

Decluttering armadio: vantaggi

Un armadio con pochi abiti, contenente solo quelli giusti, comporta numerosi vantaggi. Applicare il minimalismo ai vestiti porta a:

  • Valorizzazione di ciò che si possiede: ogni capo che possiedi sarà speciale. Sapere che nell’armadio ci sono solo abiti belli e a cui tieni ti renderà più soddisfatto. Inoltre, comincerà a farti entrare nell’ottica che per vivere non si ha bisogno di molto (come vogliono farci credere) ma solo di cose belle, in linea con i tuoi gusti e con la vita che hai deciso di fare.
  • Meno indecisione: avere meno scelta eviterà di mandare il tuo cervello in tilt ogni volta che ti devi vestire (questo fenomeno si chiama choice overload). Eviterai di provare mille combinazioni diverse e risparmierai del tempo prezioso per fare cose più piacevoli prima di uscire.
  • Ordine mentale: sapere che l’armadio è ben sistemato, diviso in scomparti precisi e che al suo interno ci sono solamente cose utili avrà un profondo beneficio sulla psiche.

Per trovare un incentivo positivo per cominciare a scegliere cosa tenere e cosa no, puoi utilizzare la visualizzazione mentale. Immagina per un attimo di mettere in ordine. Immagina poi il tuo armadio alla fine del lavoro, profumato e con tutti i vestiti che ami ben impilati. Questo, quasi sicuramente, ti darà una carica positiva per cominciare.

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Decluttering abbigliamento: come?

Cominciamo chiarendo per bene lo scopo principale: modificare il guardaroba per renderlo maggiormente in linea con i propri gusti, senza abiti che non si indossano ma solo con capi che si amano. Quindi, in quest’ottica, non conta più di tanto ciò che vuoi buttare, ma molto di più quello che vuoi tenere. Sono due facce della stessa medaglia ma è quello che vuoi che conta, non quello che non vuoi.

Vestiti

Per cominciare puoi procedere in modi diversi:

  • Rovesciare tutto l’armadio per terra e/o sul letto senza seguire nessun particolare criterio
  • Prendere pile di abiti suddivisi per tipologia e mettergli per terra e/o sul letto
  • Pulire, scaffale per scaffale, l’armadio dalla polvere e dai detriti che ci si depositano con un panno umido o con un prodotto per la pulizia

Fatto ciò, esamina i capi uno per uno e scegli cosa tenere e cosa eliminare. Puoi subito mettere da parte i tuoi must have, quegli abiti ai quali non rinunceresti mai e che ti porteresti anche su un’isola deserta. Fanne una piletta e comincia subito con il riporti ordinatamente dentro all’armadio pulito.

Dopodiché, per ogni capo di abbigliamento chiediti:

  • Non lo metto da mesi? Allora probabilmente non lo indosserai neanche in futuro.
  • Non l’ho mai messo? Vedi sopra.
  • Non mi sta bene? Perché tenere una cosa che ti fa sentire a disagio?
  • Fa qualche difetto? Vedi sopra.
  • Non me lo sento addosso? Vedi sopra e poi vedi ancora più sopra.
  • Non ci entro più dentro? Magari dimagrirai o magari no. Perché tenere vestiti per i futuri ipotetici?
  • Non si abbina con niente? Meglio i capi facili da indossare che si abbinano tutti tra loro.
  • É rovinato? Buttalo o al massimo tienilo per stare in casa.
  • Stinge e non so mai come/quando lavarlo? Una cosa in più per la quale preoccuparsi, ne vale la pena?
  • É di un tessuto fastidioso? Meglio la comodità.
  • É scomodo? Vedi sopra.
  • Non mi piace esteticamente? Rivedi il punto 3, perché tenere una cosa che ti fa sentire a disagio?

In caso di dubbi metti tutto dentro a una scatola, aggiungi un’etichetta con una data, e lasciala in macchina o in un altro posto isolato per un po’. Dopo una o due settimane chiediti se hai sentito il bisogno di quei capi di abbigliamento. Risposta negativa? Dona tutto!

Biancheria intima

Ora puoi passare alla biancheria intima e alle calze: svuota totalmente il cassetto, puliscilo dai detriti, controlla tutto il suo contenuto capo dopo capo e butta tutto quello che è macchiato, scolorito, bucato o danneggiato. Valuta anche i tessuti scomodi, se qualcosa ti sta stretto e via dicendo.

Se le quantità si riducono in maniera allarmante effettua nuovi acquisti con criterio, puntando sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Per quanto riguarda l’intimo, a stretto contatto con la pelle per tutto il giorno, il cotone vince su tutti gli altri tessuti.

Scarpe

Anche in questo caso è necessario partire da quello che si vuole tenere: le scarpe di tutti i giorni, quelle che si alternano in maniera facile e veloce perché le indossi senza pensarci minimamente.

Poi procedi con le scarpe di stagione che, anche se non nell’immediato, sai per certo indossare in inverno o in estate.

Per tutto il resto poniti le stesse domande viste prima: chiediti se le indossi abitualmente, se non le hai mai messe, se sono scomode o dolorose, se non si abbinano con niente, se sono rovinate o se, per caso, le hai comprate ma non ti piacciono particolarmente.

Accessori e borse

Ammetto che questa non è una categoria che mi riguarda particolarmente perché non uso né uno né l’altro. Per natura ho una sola borsa e uno zaino urban e non uso accessori perché non avrei assolutamente voglia di pensare agli abbinamenti (:D).

Le regole, però, sono sempre le stesse: svuota tutto e tieni da parte quello che usi tutti i giorni. Poi valuta uno per uno gli accessori e le borse che possiedi, ponendoti le domande più utili per ogni particolare categoria di oggetto. Se non lo usi mai, non ti piace, non si abbina e via dicendo.. dona o butta via!

Conclusioni personali

Questo processo mi ha portata a possedere solo cose che indosso abitualmente e senza troppe difficoltà di abbinamento (felpe, magliette a mezze maniche, dei maglioni), un numero ristretto di jeans con cui sto comoda, una borsa da tutti i giorni, uno zaino, una cintura, un paio di scarpe estivo, uno per tutte le stagioni e uno invernale. Solo cose che amo, che mi piacciono e che mi rendono soddisfatta.

Sulla base di questo posso quindi sapere con certezza quali sono i tipi di vestiti che prediligo e orientare le mie scelte future su capi simili per forma, colore e tipologia. Il decluttering armadio, quindi, serve sì per fare ordine ma anche per avere chiare le proprie preferenze e i propri gusti, in modo da evitare acquisti sbagliati in futuro.

Per esempio, io adoro i jeans classici sul chiaro tendenzialmente stretti (ma non skinny), le tinte unite che vertono su determinati colori (i verdi, i senape o comunque i colori autunnali), i pullover e le maglie a mezze maniche che si abbinano su tutto.

Minimalismo e vestiti: qualche reminder

  • Ripeti il decluttering armadio più o meno ogni 6 mesi, potrebbe essere necessario fintanto che non diventi particolarmente in gamba nel selezionare accuratamente i tuoi acquisti
  • Quasi nessuno, in realtà, bada a come sei vestito
  • In cuor tuo sai quando una cosa deve essere buttata e sai benissimo cosa non metti e perché
  • Concentra l’attenzione su cosa vuoi tenere e rifletti sul perché
  • Pensa alla situazione nella quale hai acquistato un capo che in realtà non vuoi, concentrati sui motivi che ti hanno spinto a prenderlo lo stesso

Gli abiti che arrivano da altri

Spesso altre persone che, come noi, fatto decluttering decidono di dare via un gran quantitativo di roba da vestire e ce la propinano. Presi dalla smania del “è come nuovo”, “che peccato buttarlo” e simili ci troviamo ad avere cose che gli altri non vogliono e che anche noi non avremmo mai comprato. Indumenti che spesso rimangono a prendere polvere nel nostro armadio.

Non accettarli. Di semplicemente che non ne hai bisogno. Fai in modo che arrivino a chi è davvero bisognoso. Le Caritas e le chiese accettano sempre vestiti da dare a chi ne ha la necessità. Se, invece, non sono in buone condizioni possiamo riciclarli insieme ad altri tessili seguendo le direttive del nostro comune.

I vestiti sono davvero un problema?

Un discorso a parte lo merita la sindrome da acquisto compulsivo, una nuova dipendenza non presente nel DSM-5 in quanto ancora oggetto di studio. Se ritieni di soffrirne e che lo shopping, nel tuo caso, è utilizzato per eliminare una sensazione di malessere pur compromettendo la tua qualità di vita, puoi rivolgerti a un professionista che saprà sicuramente aiutarti.

In casi come questi ci sono questioni da risolvere alla base dell’acquisto compulsivo. Non ti frustare, quindi, se non riesci a fare decluttering e chiedi aiuto a chi di competenza che saprà fornirti tecniche e strategie adatte a te.


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